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12 ottobre 2010

La grafica pubblicitaria giapponese vanta una tradizione antica, inventiva e ricca come quella di nessun altro paese.
La Fondazione Bevilacqua La Masa ospita nei sui locali 100 manifesti, selezionati tra migliaia di opere presentate ogni anno per l’assegnazione dei premi più prestigiosi, rappresentano il meglio degli ultimi dieci anni di grafica giapponese.
Quest’anno si commemorano i sessantacinque anni dalla tragedia di Hiroshima, un evento che viene ricordato annualmente e con grande senso di responsabilità dai maggiori graphic designers giapponesi attraverso la produzione di una serie di manifesti dal titolo “Hiroshima Appeals”, campagna di sensibilizzazione per la pace tra le più significative espresse attraverso l’arte grafica. Alcuni di questi manifesti, i più rappresentativi dell’ultimo decennio, sono stati selezionati per la mostra a ricordo delle migliaia di vittime dirette e indirette provocate negli anni dallo scoppio delle due bombe atomiche.
La mostra, costruita per esporre le opere più significative prodotte negli ultimi dieci anni sia dai grandi aestri sia dalle più recenti promesse, include manifesti selezionati da un comitato costituito dai due maestri della grafica contemporanea Kazumasa Nagai e Shin Matsunaga, in collaborazione con l’International Hokusai Research Centre e sono rappresentative della produzione delle principali associazioni di graphic designers e art directors di Tokyo come:  Art Directors’ Club (ADC), Japan Grafic Designers’ Association (JAGDA), Type Directors Club (TDC).

Kazumasa Nagai 5

Kazumasa Nagai 7

Kazumasa Nagai 1

Questa iniziativa diviene così un compendio non solo della creatività grafica giapponese ma anche del lungo e fruttuoso rapporto di collaborazione e romozione culturale instauratosi tra Italia e Giappone in questo campo da oltre trent’anni.
La ricchezza di segni e colori, l’euritmia di immagini e parole dispiegate in questi manifesti, che attingono da antiche tradizioni ma si rivelano già proiettati nel futuro, quasi ad anticiparlo, rende gli spettatori partecipi di una nascita di significati, stimolando le capacità percettive tra parola e immagine, tra concetto e visione, attraverso la ricchezza cromatica, di linea e, naturalmente, di calligrafia dovendo quasi sempre far coesistere caratteri latini, cinesi e giapponesi.